A. Francone

A. Francone Antonio Francone
Polistena (RC)

Iscritto dal
31/07/2010
Categoria: Pittori

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Opere inserite: 28

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Data di nascita: 12/01/1955
Residenza: Polistena - RC

Laurea in Architettura conseguita nel novembre 1979 presso il Politecnico di Torino con la tesi “La Piana di Gioia Tauro, analisi ed ipotesi di risanamento”, sotto la guida del Preside di Facoltà Prof. Mario Federico Roggero.
Esperienze ed attività pittoriche:
Continuo ininterrottamente la mia crescita ed il mio approfondimento, nelle attività teoriche e pratiche riferibili al settore artistico, culturale, architettonico e del restauro, con prevalenza alla ricerca di idee e tecniche innovative inerenti la pittura e la scultura.
Fin dalla più giovane età, sono stato attratto dalle tecniche pittoriche, cominciando a prendere conoscenza del suo mondo, per un primo periodo fatto solo di forme per poi arricchirlo e valorizzarlo attraverso il colore. Così le prime esperienze si sono tramutate col passare del tempo, in una vera passione per l’arte, maturando la mia pittura cromatica e dimensionale come un messaggio di liberazione alla vita, alla voce, al respiro.
 

LA MIA ARTE

Quando l'anima e la mente si fondono creando una tavolozza dai colori ispirati e sigillati dal calore passionale della fede.

ALCUNE RECENSIONI RESE SPONTANEE

Le oggettivazioni estetiche di Antonio Francone, si muovono nell’alveo attraversato da un flusso di sentimenti, in simbiosi con la razionalità.
Il retaggio da cui si emana l’ispirazione è lo spleen elegiaco di come dovrebbe essere la vita dell’uomo, l’eterno sogno di una felicità agognata nella sublime esperienza esistenziale, e poi, invece, lo stare nell’esserci come se una tremenda catastrofe abbia rovinato ineluttabilmente tutto e tutti: un’esistenza caratterizzata, costantemente, da un immane negativa che origina asfissia del vivere.
Ed allora ecco che in Antonio Francone, rispunta il concetto così marcato nell’estetica tedesca di Schiller, di Schopenhauer, di Goethe, di Kant, dell’arte-panacea dei mali del mondo, uscita liberatoria contro il morbo oscuro che tanto assillava anche Giuseppe Berto. Un’arte che consente di trovare l’oasi, la serenità, l’armonia, l’equilibrio tra la psiche ed il corpo, tra questi e l’oggettualità, tra l’interno e l’esterno: con una metafora il messaggio emanato eternamente dai Bronzi di Riace nell’antitesi della nevrosi dilagante planetaria che offusca l’uomo nella vita.
E cosa, materialmente, se non l’acrilico avrebbe potuto donare la qualità oggettiva ad un tale sentire estetico? Esso ha, arcanamente, la capacità naturale di resistere al tempo mantenendo la freschezza tenue della percezione di chi lo fruisce e, di conseguenza, per i messaggi che affluiscono al sistema celebrale, fa sentire sensazioni morbide e vellutate che, inevitabilmente, si sposano felicemente con l’atmosfera dell’armonia prestabilita, avrebbe asserito Leibniz.
E le tematiche materializzate da un pensiero con fulcro l’uomo alla ricerca di un’esistenza migliore rappresentano una sublimazione della natura, di tutti gli esseri viventi, di un’umanità dall’ardente desiderio dell’utopia oggettivati in scenari onirici, con residenza negli strati più profondi della psiche, e tutto volto a lanciare il messaggio sublime della solidarietà in un’epoca come la nostra caratterizzata da guerre, razzismi, solipsismi, egocentrismi esasperati, morte di Dio.
Un’arte questa di Antonio Francone, che provoca nel rapporto tra il rappresentato ed il fruitore il senso catartico dell’ascesi, della purificazione, dell’essere avvolti in una sorta di nirvana. Ma non è una fuga dal mondo, un rifugio egoistico della non appartenenza, un’evasione dall’etica dell’esserci, invece, è un palese sprone a volere un mondo migliore, più vivibile, più consono alle esigenze esistenziali umane.
E la forma? Ed i piani? Ed il colore? E l’equilibrio della composizione?
L’amore trova largo spazio nell’estetica del Francone: un amore universale che va dal materno ai sentimenti che uniscono l’uomo e la donna, il tutto allargato agli esseri viventi.
L’artista avviluppa le rappresentazioni in un mondo ovattato, in una dimensione che alberga nei meandri del pensiero, ciò trova possibilità concreta nell’esternazione in colori che vivono con una luce che proviene, essenzialmente dall’interiorità dell’artista-genitore.
La forma appartiene alla tipologia dell’a priori kantiano da cui si origina ogni conoscenza, non è assolutamente accostabile ad ogni realtà esistente al di fuori della psiche; il composto che unisce le parti vive, armonicamente, di elementi che si compattano in unità da cui scaturisce una sorta di canto umano, purtroppo, strozzato nella storia a tutti noi coeva.
E se l’arte, concetto eterno per la sua validità, per essere tale, deve lanciare ad ogni latitudine il messaggio salvifico della pace, dell’armonia, dell’amore, di tutto ciò, si può, senz’altro, asserire che la voce pittorica di Antonio Francone è una testimonianza del nostro tempo che lascia il segno in chiunque vi si accosti. Se poi tutto ciò avviene in una terra come la nostra, martoriata dalla violenza e dal sopruso, allora il merito estetico ne esce ulteriormente ingigantito.
( Antonio Floccari)
 

E’ una mostra eccezionale.
Alla chiarezza, infatti, delle immagini, del disegno, delle figure, della natura e del paesaggio, di stampo classico, se vogliamo, si accompagna in perfetta sintesi il sentimento del mondo, del mondo moderno, in specie, facendo intravedere, con altrettanta chiarezza la vicenda esistenziale dell’uomo odierno.
I colori perfettamente indovinati, un’alternanza di evidenza solare e di chiaroscuri.
Non si può definire, pertanto, un’arte classica né arte moderna ma arte di sempre. Quell’arte, che, quando è veramente arte diventa universale, valida per tutti gli uomini di tutti i tempi.
(Raffaele Zurzolo)
 

Ci s’immerge nella filosofia dell’infinito guardando le opere di Antonio Francone.
Polistenese d’origine, e città in cui opera, pur prediligendo l’acrilico su tela, non ha disdegnato la tecnica mista, proponendosi così anch’egli come artista eclettico e ricercato.
Nei suoi lavori si riesce a sentire il profumo e l’intensità delle culture, anche di quelle lontane e diverse dalla nostra occidentale; si avvertono quelle forze libere di pensiero, che le filosofie orientali, forse più di tutte le altre, hanno saputo sciogliere.
Libertà di pensiero alla ricerca dell’infinito che si coglie nel sordo “Urlo nella savana”, momento in cui la stessa imponenza dell’animale, che grida ed espande la sua voce, irrompe violenta a dimostrare l’indomita voglia di far ascoltare la sua presenza brutale ma necessaria.
L’amore verso il diverso, verso il lontano, verso ciò che può sembrare irraggiungibile è lo stesso amore nella “Solitudine”, immagine in cui maestosa l’aquila apre le regali ali per incidere un perfetto spartiacque roccioso, quello che distingue le opposizioni della vita, il nord ed il sud, il caldo ed il freddo, la realtà e la fantasia, ma in mezzo, appunto, perfetto il nodo della solitudine.
Ma nell’infinita gamma di colori, di temi, di tracce si evidenzia su tutti l’amore.
Il calore dell’amore, quale sistema d’unione di tutte le creature, si avverte, si coglie in quella figura di coppia, a cui Antonio Francone da il nome di “Passione”, adagiata sul doppio sfondo di colori quasi pastellati.
Un uomo ed una donna che rappresentano l’intero universo di Francone, ma un universo perfettamente equilibrato su due livelli di colori, uno sfondo rosa che richiama il mondo femminile ed uno sfondo ondeggiante blu che riporta alla sfera maschile.
Tutto è un equilibrio nell’opera di Francone, nei suoi soggetti, nei suoi colori, nelle sue atmosfere, ed in questa stabilità filosofica raggiunta ci si perde per ritrovarsi innamorati della sua arte.
(Caterina Restuccia)
 

  • Determinazione
  • Curiosità
  • Immenso
  • All'imbrunire
  • I segni del tempo
  • Il tempo senza età

Commenti sulle opere di A. Francone:

ti piaciono i cavalli?

 


commento di Julia sull'opera Stasi - martedì 17 agosto 2010 alle ore 15:47

molta ricchezza in questa opera un sorriso che emerge illuminando lo sguardo profondo e pieno di saggezza...bellissimo ..


commento di Maury sull'opera Ricchezza nella povertà - martedì 30 novembre 2010 alle ore 20:21

il mio preferito emerge finezza e una grande passione... qui regna l'amore.....


commento di Maury sull'opera Passione - martedì 30 novembre 2010 alle ore 20:24

questa è una di quelle opere dove vien voglia di entrarci dentro trasmette pace è soprattutto quel silenzio solo di chi sa ascoltare .


commento di Maury sull'opera Tramonto d'oriente - martedì 30 novembre 2010 alle ore 20:28
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